I manifestanti hanno gridato slogan contro ArcelorMittal, l’azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia e contro il suo l’amministratore delegato, Lucia Morselli. Hanno accusato la multinazionale di voler chiudere lo stabilimento, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro
di Corinna Pindaro
Il 29 gennaio 2024, migliaia di lavoratori, sindacalisti e imprenditori si sono riuniti a Taranto per manifestare contro la chiusura dell’ex Ilva. Il corteo, promosso da Fim, Fiom, Uilm e Usb, ha attraversato la città per arrivare alla direzione dello stabilimento.
I manifestanti hanno gridato slogan contro ArcelorMittal, l’azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia e contro il suo l’amministratore delegato, Lucia Morselli. Hanno accusato la multinazionale di voler chiudere lo stabilimento, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” hanno urlato gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”.
Le organizzazioni sindacali chiedono al governo di intervenire per garantire la continuità produttiva dell’ex Ilva. Hanno chiesto, nell’iter di conversione dell’ultimo decreto che riguarda l’ex Ilva, di “trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese”.
Le associazioni datoriali Aigi, Confapi e Casartigiani, che partecipano alla manifestazione unitaria, temono di perdere i propri crediti, che secondo Aigi ammonterebbero ad almeno 130 milioni di euro, in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria per l’ex Ilva.
Il governo nei giorni scorsi ha annunciato che si stanno valutando tre misure a tutela dell’indotto nel caso in cui si dovesse arrivare al commissariamento di Acciaierie d’Italia: la revisione delle norme per la tutela dei crediti delle imprese dell’indotto, l’accesso agevolato delle imprese dell’indotto al Fondo di garanzia Pmi con l’esonero dal pagamento delle commissioni “una tantum” e per il mancato perfezionamento delle operazioni garantite, l’istituzione di un Fondo di sostegno per le imprese.
La manifestazione di oggi è un segnale forte della preoccupazione che si sta diffondendo a Taranto e nell’intero territorio pugliese per il futuro dell’ex Ilva.
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