La Commissione europea ha aperto una procedura formale contro TikTok, indagando su potenziali violazioni delle regole del Digital Services Act. Le responsabilità possono riguardare la tutela dei minori, la trasparenza pubblicitaria, l’accessibilità ai dati per i ricercatori e la gestione dei contenuti potenzialmente dannosi
di Carlo Longo
TikTok rischia sanzioni economiche dal peso considerevole, poiché la Commissione europea ha avviato un’indagine formale a suo carico. Il gigante dei social media potrebbe vedersi infliggere multe che raggiungono il 6% del suo fatturato globale se riscontrata la violazione delle norme del Digital Services Act sotto una molteplicità di aspetti.
La Commissione europea ha reso noto in una comunicazione ufficiale che i fari dell’indagine sono puntati su vari ambiti: protezione dei minori, chiarezza nelle comunicazioni pubblicitarie, accessibilità dei dati per i ricercatori e gestione di contenuti potenzialmente dannosi o che possono generare dipendenza.
La decisione di procedere con l’indagine arriva dopo aver condotto un’analisi preliminare sia sulla base del report dei rischi presentato da TikTok a settembre, che considerando le risposte fornite dall’azienda alle richieste formali di informazioni da parte della Commissione. L’indagine riguarda anche le specifiche tecniche dei sistemi della piattaforma, tra cui gli algoritmi che potrebbero favorire comportamenti dipendenti o che, secondo la Commissione, costituirebbero un rischio per il benessere fisico e mentale, con particolare attenzione ai minori.
Thierry Breton, commissario europeo al Mercato unico e all’Industria, ha commentato l’apertura dell’inchiesta su TikTok, sollevando dubbi sulla trasparenza dell’azienda e sull’adeguata protezione dei minori.
Breton ha sottolineato l’importanza dell’applicazione delle leggi sui diritti umani, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei minori: “TikTok, arrivando a milioni di bambini e adolescenti, deve rispettare in toto i DSA e si trova in una posizione fondamentale per la salvaguardia dei minori online. Lanciamo questa procedura formale per assicurarci che siano messe in atto misure adeguate per la salvaguardia del benessere fisico ed emotivo dei giovani europei. Non possiamo lesinare sforzi per proteggere i nostri ragazzi”. Conclude Breton richiamando la necessità di applicare il Digital Service Act per un Internet più sicuro per la gioventù.
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