Il ministro dell’Economia a margine della riunione informale dell’Ecofin ha parlato di Pnrr, ripresa economica, di Patto di Stabilità e di Mes
di Corinna Pindaro
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è volato a Stoccolma per la riunione informale dell’Ecofin. Nel punto stampa successivo alla riunione ha parlato anzitutto di Pnrr. Per Giorgetti il rilascio della terza tranche attesa dall’Italia “è questione di ore, ma io penso che la situazione sia definita. Dalle informazioni che ho io, la situazione è definita e quindi siamo assolutamente ottimisti”.
Continuando sul Pnrr il titolare del Mef ha aggiunto: “Sui prestiti facciamo un ragionamento da buon padre di famiglia, come c’è scritto nel Codice civile: i prestiti del PNRR costano l’1-1,5%, quindi conviene prendere quelli lì. Quelli del Piano nazionale complementare quanto costano? Il 5%. Quindi li prendiamo? Non lo so, vediamo…Se ho la possibilità di prendere dei prestiti in questo momento all’1%, magari rivedendo, scambiando, dando priorità ai progetti, li prendo. Se devo prendere quelli al 5%, da buon padre di famiglia e da buon ministro delle Finanze, ci penso due volte”.
In generale, richiamando i dati Istat che indicano una ripresa dell’economia del Paese dello 0,5% rispetto al trimestre precedente il ministro ha fatto sapere che anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, si è detta “fortemente sorpresa di come l’economia italiana vada molto meglio. Gli imprenditori italiani, e questa è una mia riflessione, sono molto meglio dei politici, evidentemente, e anche degli analisti che normalmente sottostimano le nostre capacità”.
Altro argomento trattato è stata la riforma del Patto di Stabilità e la “controproposta” avanzata dall’Italia. Sul punto Giorgetti ha spiegato che in sostanza si tratterebbe di “considerare le spese di investimento, in particolare quelle eleggibili ai fini del Pnrr, e le spese per la difesa, ad esempio quelle relative all’Ucraina, in modo diverso rispetto alle altre”. Il ministro lo ha chiarito in merito al confronto avuto questa mattina con l’omologo tedesco Christian Lindner. “Non si può mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l’Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità, mi sembra una cosa assurda” ha puntualizzato l’esponente leghista.
Un passaggio, considerato il pressing sull’Italia, il titolare di via XX settembre non poteva non riservarlo al Mes. Tuttavia, dalle sue parole sembra voler ridimensionare la questione. “Il Mes è una parte, non la sola, rispetto a diverse situazioni che sono ancora in discussione su cui anche noi abbiamo le nostre richieste, ad esempio l’Unione bancaria”. Rispetto alla posizione di chi vuole che prima l’Italia proceda alla ratifica e poi si tratti su altro, il ministro risponde: “Noi abbiamo un’altra posizione: bisogna cominciare a discutere di tutto”.
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