La mancanza di acquirenti per la SVB costringerà la Fdic a tentare di vendere la banca frazionandola in più parti. Ubs ha invece firmato l’accordo per il salvataggio di Credit Suisse
di Carlo Longo
Il caso della Silicon Valley Bank come prevedibile non è di facile soluzione. L’Autorità Usa garante dei dei depositi, la Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), sta valutando l’ipotesi di una divisione della banca in quanto non si trova un acquirente unico. Lo riporta Bloomberg, citando fonti anonime, affermando che la Fdic sta tentando di vendere la banca fallita almeno in due parti. Tra gli asset che potrebbero essere scorporati ci sono due private bank, divisioni rivolti a clienti con grandi patrimoni: Svb private e Boston private.
Se la SVB “e le altre banche regionali avessero seguito le regole che noi abbiamo seguito a livello mondiale non ci sarebbe stato il problema”, ha affermato l’ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet. Le banche dell’Eurozona hanno rispettato le “regole più stringenti che le rendono meno vulnerabili. Tuttavia nessuno si può permettere di essere compiacente e dobbiamo mantenere alto il livello di vigilanza. Di solito i problemi arrivano dagli Stati Uniti, ma vediamo che anche una banca svizzera è in difficoltà e dobbiamo restare vigili”.
A proposito di Credit Suiss sembra però sia stato raggiunto un accordo per il salvataggio al termine di alcuni giorni di concitati negoziati, in cui si voleva prevenire il temuto effetto contagio. Nel dettaglio Ubs acquisterà Credit Suisse per 0,76 franchi svizzeri per azione, o 3 miliardi di franchi svizzeri, secondo quanto si legge in una nota. “L’integrazione rafforza la Svizzera come centro finanziario globale”, ha commentato il presidente di Ubs Colm Kelleher. In cambio dell’operazione di salvataggio Ubs ha ottenuto diversi contrappesi. In primo luogo avrà a disposizione ulteriori 100 miliardi di liquidità extra da parte della Banca Nazionale Svizzera, oltre che 9 miliardi di garanzie pubbliche a copertura di esuberi, cause legali e minusvalenze da cessioni. Poi, uno schermo sulle cause legali e la possibilità di derogare alle norme che prevedono sei settimane di tempo ai soci per avallare transazioni di questo genere. Inoltre Ubs ha preteso che nell’accordo venisse inserita una condizione sospensiva nel caso in cui i Credit Default Swap di Credit Suisse, vale a dire i crediti che proteggono da un eventuale fallimento, divengano troppo elevati.
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